E mentre in Italia si attacca il politico “tutto piste ciclabili”, quello che magari non si accontenta dei palliativi delle targhe alterne quando i livelli di PM10 proprio non si possono ignorare, all’estero crescono le città che finanziano progetti di snellimento del traffico. Come i superquartieri di Barcellona proposti dal mobility plan 2013-2018, zone della città dove lo spazio alle automobili sarà ridotto del 60%.
I superquartieri di Barcellona previsti dal mobility plan redistribuiscono spazio a favore degli utenti deboli della strada. E l’Eixample, distretto centrale della città, sarà il primo a raccoglierne i frutti, qui dove il verde pubblico occupa oggi meno di 2 metri quadrati per abitante, valore ben al di sotto dei 9 metri quadrati consigliati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Le superilles di Barcellona sono macro-quartieri riqualificati per la vivibilità dei residenti. Al loro interno priorità alla circolazione sarà data a pedoni e ciclisti – una gerarchia recentemente seguita anche da Parigi – mentre le automobili potranno percorrerne il perimetro lungo le strade di scorrimento. Tra gli obiettivi dichiarati dall’amministrazione, sul lungo periodo c’è la riduzione delle 3500 morti annue dovute allo smog stimate da diversi istituti tra cui il “Centre de Recerca en Epidemiologia Ambiental”.
Nei prossimi anni, con le superilles, Barcellona vorrebbe ridurre il numero di automobili in circolazione. “Una città piena di macchine – ricorda Giacomo Montagna che lì ha vissuto nel 2013 da studente Erasmus – e di biciclette, invece, ne circolavano poche. I giovani preferiscono i rollerblade, mentre per gli spostamenti quotidiani gli universitari scelgono soprattutto la metropolitana”. Nell’ultimo biennio qualcosa ha iniziato a cambiare, il Bicing ha portato in sella molti residenti. E ora aspettiamo che il mobility plan si faccia pratica.