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Modello Tokyo: tutti in bici, anche senza ciclabili

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A Tokyo Il 14% degli spostamenti è su due ruote

Quando si contano soltanto 10 chilometri di ciclabili in una metropoli dove vivono e circolano ogni giorno diversi milioni di abitanti, si finisce per forza di fronte a un bivio: o sempre meno persone scelgono la bicicletta per gli spostamenti quotidiani, oppure ci si arrangia con quel che il traffico e le infrastrutture permettono. Il video “The Gaman Style”, realizzato da Joe Baur, elegge Tokyo come la città dove i ciclisti meglio si adattano. E a confermarlo c’è un dato: il 14% dei viaggi nella capitale giapponese avvengono su due ruote.

Chilometri di ciclabili realizzate col contagocce non hanno impedito a Tokyo di diventare una città bike friendly. Blasone che Byron Kidd, blogger intervistato nel filmato, spiega con la tradizione Zen, secondo cui, lo spirito “Gaman” ha trasmesso ai giapponesi la capacità di resistere, di sopportare e, in fin dei conti, di non rinunciare alla bicicletta soltanto perché mancano percorsi riservati ai ciclisti. Un must che invece qualsiasi capitale europea della bicicletta, come Amsterdam e Copenaghen, ha messo da tempo in cima alle priorità per una mobilità più attenta all’ambiente e alla qualità della vita.

I 9 minuti del cortometraggio “The Gaman Style” raccontano di una Tokyo a misura di ciclista, dove “tutti pedalano” e dove la convivenza tra i pedoni e quelle biciclette spesso costrette agli zig-zag sui marciapiedi non sfocia in una polemica tra gli utenti più deboli della strada. Non è raro incontrare biciclette incustodite per le strade di Tokyo vista la reciproca fiducia tra i cittadini, mentre l’autonomia dei più giovani li spinge presto verso una mobilità dolce che batte, per convenienza sul portafoglio, sia un trasporto pubblico non a buon mercato che i parcheggi per automobili troppo costosi.

Ma se Tokyo e le capitali europee non condividono il numero di chilometri delle reti ciclabili urbane, il tema della sicurezza stradale avvicina i due mondi. “Mi sento spesso insicura quando pedalo vicino a bus e taxi”, denuncia una ciclista del Sol Levante. E la criticità in questione potrebbe valere anche per i ciclisti di Londra, dove di recente è stata annunciata l’installazione di sistema di illuminazione laser per il bike sharing.

L’auspicio da parte dei ciclisti che ogni giorno pedalano e che vorrebbero maggiori infrastrutture ciclabili è rivolta ora ai Giochi Olimpici che Tokyo ospiterà nel 2020, un appuntamento che può stimolare interventi mirati a sostegno della bicicletta, prendendo spunto anche dai modelli europei.