Lieto fine! Il Senato ha approvato ieri, 21 dicembre, la Legge quadro per la mobilità ciclistica, a poco più di un mese dal ‘sì’ espresso il 14 novembre scorso dalla Camera dei Deputati. Un’emozionante corsa contro il tempo, con la fine legislatura ormai alle porte; un regalo, sotto Natale, per tutti coloro che hanno a cuore la ciclabilità nel nostro Paese. Un premio anche e soprattutto alla tenacia di Fiab, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta cui si deve la prima impronta del testo di legge e un paziente lavoro di lobby per portarlo all’approvazione.
La Legge (n. 2977 del Senato della Repubblica) senza ombra di dubbio, è un documento di portata storica. Come tutte le leggi quadro dovrà essere declinata in concrete misure attuative, in regolamenti e decisioni amministrative; ma indica con chiarezza strumenti, risorse e roadmap per fare dell’Italia un paese per biciclette.
La Legge prescrive (art. 3) la stesura, entro sei mesi dall’entrata in vigore, di “un piano generale della mobilità ciclistica, come parte integrante del Piano generale dei trasporti e della logistica” (e l’accento va messo sul ‘parte integrante’). Sul piano della mobilità urbana la normativa impegna comuni e aree metropolitane a predisporre (art. 6) i biciplan, piani d’azione “per promuovere e intensificare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto”. A livello regionale sono previsti “piani regionali della mobilità ciclistica (art. 5). Il testo approvato riconosce (art. 4) alla rete ciclabile nazionale Bicitalia – frutto del lavoro decennale di Fiab, la Federazione Italiana degli Amici della Bicicletta – carattere di “infrastruttura di interesse strategico nazionale”.
Bastano questi sintetici highlights a evidenziare il punto qualificante del provvedimento: quello di saldare in un unico disegno gli aspetti la promozione della mobilità ciclistica urbana e del cicloturismo. Lo conferma il primo commento a caldo, dopo l’approvazione, di Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: “La Cenerentola della mobilità, la bicicletta – ha dichiarato – assume pari dignità in città, in periferia e nei percorsi turistici, rispetto agli altri mezzi e guida il cambiamento verso la mobilità dolce e alternativa. È uno scatto culturale e nella pianificazione delle opere, per il quale il nostro Paese è pronto e di cui dobbiamo ringraziare tutti i Parlamentari con i quali abbiamo collaborato, a partire dal relatore Paolo Gandolfi e al Sindaco e Presidente dell’Anci Antonio Decaro“.
Legittima soddisfazione, in casa Fiab. La presidente Giulietta Pagliaccio – nel suo intervento sul sito della Federazione – sottolinea come risultato più bello “l’unanimità dei consensi, che dimostra che finalmente sono stati abbattuti steccati ideologici su un argomento, quello della mobilità ciclistica, che deve essere patrimonio di tutti”.
Vi invitiamo a scaricare qui il testo integrale della legge disponibile sul sito del Senato, e da questa pagina del sito Fiab un riassunto puntuale dell’articolato.