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Friuli Venezia Giulia in bici tra le meraviglie della laguna

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L'arrivo in bicicletta a Grado, una magia che dura tutto l'anno - foto © Devis Solerti

La voglia di pedalare aumenta quando il solleone d’estate lascia il posto a climi più freschi. È il momento ideale per scoprire in bici le meraviglie della costa friulana. Vi proponiamo un itinerario perfetto per una pedalata d’autunno, con partenza da Lignano Sabbiadoro, arrivo a Grado e tappa intermedia a Marano Lagunare con sosta birdwatching nella Riserva naturale Valle Canal Novo. Scopriremo l’ambiente lagunare della costa occidentale del Friuli Venezia Giulia in bici: un territorio modellato dal lavoro umano che conserva un alto tasso di naturalità, e che dal sellino della bicicletta si apprezza in tutta la sua biodiversità. I 78 chilometri che uniscono le due più importanti località balneari della regione si snodano sulla Ciclovia del Mar Adriatico FVG2 che percorre il litorale regionale quasi per intero, dalla foce del Tagliamento a Trieste: una delle tante belle ciclovie di una regione prodica di attenzioni per il cicloturista, come si puà vedere dalle pagine dedicate sul sito del turismo FVG.

Sotto i pini di Lignano Sabbiadoro

Si parte, per questo viaggio alla scoperta delle meraviglie della laguna del Friuli Venezia Giulia in bici, dall’estremità orientale della penisola di Lignano Sabbiadoro. Dal Lungomare Marin retrostante il Faro Rosso se ne segue la costa settentrionale fino al Canale di Bevazzana. Una soluzione alternativa è sfruttare la rete di ciclabili che percorrono il centro abitato. In tal caso incontreremo il parco dedicato a Ernest Hemingway, realizzato sul terreno offerto allo scrittore statunitense nel 1954. Hemingway vedeva per la penisola lignanese un futuro da “Florida d’Italia”. A settant’anni da quella visita, Lignano Sabbiadoro continua a ripensare la sua forma per garantire una buona qualità di vita ai suoi abitanti e a chi vi soggiorna: i 30 chilometri di piste ciclabili sul territorio comunale e il ruolo di snodo fra le ciclabili del Tagliamento e del Mar Adriatico ne sono la conferma.

Il Parco Hemingway a Lignano Sabbiadoro

Nel cuore della Laguna di Marano

La Laguna di Marano – foto © Francesco Marongiu

Una dozzina di chilometri dopo la partenza inizia un lungo e suggestivo tratto sterrato: a destra la Laguna di Marano, a sinistra una distesa di campi di grano e mais. Vale la pena concedersi il tempo di pause per contemplare e per fotografare. A Precenicco un ponte ciclabile supera il fiume Stella e si entra ci si avvia verso il Bosco Baredi-Selva Arvonchi, il più esteso fra i boschi planiziali della Bassa Friulana, un vero toccasana nelle giornate più assolate. Uscendo dal bosco si transita fra campi e vigneti raggiungendo, dopo 38 chilometri dalla partenza, Marano Lagunare. Nel centro storico si possono ammirare la Parrocchiale di San Martino e la Torre patriarcale del XV secolo. Di nuovo in sella, superando un ponte di legno, vale la pena compiere un breve tour dell’isolotto intorno al quale gravita la locale attività di pesca. E l’autunno è anche la stagione buona per appostarsi nei tipici capanni della Riserva naturale valle Canal Novo e osservare in silenzio le numerose specie di uccelli che arrivano per svernare in Laguna.

Aquileia, duemila anni di Storia

La Basilica di Sant’Eufemia ad Aquileia

Asfalto e sterrato si alternano nei 18 chilometri che separano Marano Lagunare da Torviscosa, comune permeato dallo stile architettonico fascista dello stabilimento Snia Viscosa inaugurato nel 1938. Costeggiando la ferrovia e superando il fiume Àusa si giunge a Cervignano del Friuli dove la FVG2 si connette agli ultimi 18 chilometri dell’Alpe Adria totalmente su pista ciclabile in sede propria. Fino a Terzo d’Aquileia si pedala alla destra della statale 54, poi l’itinerario prosegue sulla sinistra per condurci al cospetto dell’affascinante Aquileia che raggiunse nel II secolo d.C. una popolazione di 100mila abitanti. Oggi, con poco più di tremila abitanti, Aquileia custodisce molti tesori del suo glorioso passato: il Foro Romano all’ingresso del centro storico, Il Porto fluviale, gli antichi mercati, il sepolcreto, la Domus di Tito Macro, il decumano di Aratria Galla, la Domus e il Palazzo episcopale e il Museo Paleocristiano.

Grado, spettacolo a pelo d’acqua

Proseguendo per cinque chilometri sulla FVG2 si raggiunge Belvedere, dove fino al 1936 c’era il porto da cui salpavano le barche e i traghetti diretti all’isola di Grado. Il terrapieno artificiale di cinque chilometri costituisce anche la parte terminale della FVG1, ciclovia Alpe Adria (se non la conoscete, ve l’avevamo raccontata in questo articolo). Ed è è il tratto più spettacolare dell’intero itinerario. Si pedala fra le acque lagunari con Grado all’orizzonte, le isole Gorgo, Orbi e Ravaiarina sulla destra, Barbana, Malisana e Valle del Moro sulla sinistra. Si scende di sella e si conduce la bici a mano nel centro storico di Grado, il nucleo urbano che acquisì grande importanza nei secoli V–IX quando fu sede dei patriarchi di Aquileia; e nel Campo dei Patriarchi si ammirano le principali testimonianze architettoniche del periodo, la Basilica di Sant’Eufemia, il battistero e la chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’itinerario si conclude sulla diga e lungomare Nazario Sauro da dove, in lontananza, si scorgono Trieste e la costa istriana. Ma vale anche la pena aggiungere una digressione (mezz’ora o poco più) e – doppiato il capo di Grado Pineta – immergersi nella wilderness della Riserva naturale Valle Cavanata. Nelle gambe poco meno di 80 chilometri, negli occhi un pieno di meraviglia da conservare nella memoria.

Lo spettacolare arrivo a Grado – foto © Nicola Brollo / Progetto Bike nat Finanziato FESR V-A Italia-Austria 2014-2020