La Sardegna punta forte sul cicloturismo. Regione di rara bellezza che può contare su mare, gastronomia, tradizioni, patrimoni storici d’eccellenza, ha tutte le carte in regola per diventare, nel giro di pochi anni, una delle destinazioni più apprezzate dagli amanti del turismo slow e consapevole. In questa prospettiva sono stati stanziati otto milioni di investimento per sviluppare 2700 chilometri di itinerari ciclabili a bassa intensità di traffico e di alto valore paesaggistico lungo strade comunali, provinciali e campestri, ferrovie dismesse e centri urbani. A questi si aggiungono i sentieri gestiti dall’Ente foreste, le tratte di servizio dei canali irrigui e quelle proposte dagli enti locali e dalle associazioni.
Il progetto è stato affidato all’Università di Cagliari ma un ruolo attivo e fondamentale sarà svolto dai 170 Comuni e le 65 associazioni che si sono rese disponibili a fornire il loro patrimonio di conoscenze e di esperienza. «Per avere un termine di paragone con l’importanza del nostro investimento – sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda – ricordo che l’Italia ha stanziato 15 milioni di euro per il cicloturismo in tutto il territorio nazionale»
La rete cicloturistica si articolerà su tre dorsali: quella centrale dal capoluogo a Porto Torres, l’occidentale Cagliari-Oristano-Castelsardo, e quella orientale attraverso Muravera-Arbatax e Olbia. In più, grazie alle osservazioni dei Comuni e delle associazioni, sono state tracciate 65 varianti.
Obiettivo dichiarato di questo progetto è arrivare a una crescita della destagionalizzazione del movimento turistico e a uno sviluppo di nuove economie su territori, come quelle che nascono intorno al movimento cicloturistico, capace di generare milioni di fatturato, come dimostrano le grandi ciclovie europee, come ad esempio quella del Danubio.